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Piste Fredde - La signora in Rosso



Autore: BIANCHI dr Giovanni

ISSN: 2785-0692


Conte Massimiliano






Sommario:

  1. Introduzione;

  2. La vittima - il profilo;

  3. La scena del ritrovamento;

  4. I sospettati;

  5. Personali ipotesi criminologiche;

  6. Conclusione;

  7. Bibliografia.









  1. Introduzione

La cronaca giornalistica quotidianamente ci informa ed aggiorna sui delitti commessi, dandoci notizie sugli sviluppi investigativi.

 Con l’avanzare delle tecniche forensi, come sta avvenendo per il caso di Garlasco, le indagini, in presenza di nuovi elementi di prova, vengono riaperte.

Purtroppo nei casi di omicidio in Italia il 38% dei casi non vengono risolti e restano senza colpevoli (dati ISTAT 2022).


 E’ il caso dell’omicidio della “signora in rosso”.

 

Il 15 settembre 1991 alla periferia di Moncalieri (Torino) in località Barauda, zona malfamata,  frequentata da prostitute e tossici, accanto ad un pilastro della tangenziale di Torino, veniva trovato il cadavere di una signora in un elegante e costoso abito di chiffon rosso.

Il caso venne ribattezzato della signora in rosso dai quotidiani del tempo. La scoperta viene effettuata da un senza tetto, che camminando sotto la tangenziale vede un manichino di colore rosso sgargiante, ma scopre che si tratta di un corpo di donna. I carabinieri, avvertiti dell’uomo, transennano l’area ed iniziano gli accertamenti.


La vittima non ha borsa ed è priva di documenti, ma ha al polso un grosso orologio d’oro, numerosi preziosi  bracciali ed anelli, una sola scarpa decoltèe rossa a tacco alto ed un turbante in testa di chiffon rosso fermato da un grosso fermaglio in oro e diamanti.

E’ stata strangolata con la stessa collana che porta al collo o con un laccio.

Tramite l’etichetta del vestito di una nota boutique del centro di Torino sarà possibile risalire all’identità della donna. Una commessa si ricorderà della ricca ed elegante signora, ingioiellata, con diversi rotoli di denaro nella borsetta, che ha acquistato l’abito.


  1. La vittima – il profilo

Si tratta di Franca Demichela di anni 48, sposata da 14 anni con Giorgio Capra, residente in via Pifferi 12,quartiere dell’ alta borghesia torinese, figlia di un importante dirigente Fiat, molto conosciuta negli ambiente “bene” per le sue numerose frequentazioni dei salotti della città, ma anche per le sue ambigue e perverse amicizie occasionali con sconosciuti. Alta un metro e cinquantacinque, 48 kg di peso, capelli corvini, sempre con vistosi gioielli, bella, ricca, elegante e libertina. Frequenta e partecipa alle feste organizzate dagli slavi del campo Rom vicino all’aeroporto di Caselle.

Amante dell’esoterismo e dell’occultismo, tanto  da definirsi “magica ed immortale” e di essere la reincarnazione di Nefertari (l’importante regina egizia prima sposa di Ramsee II).

Successivamente si scoprirà che aveva in Corso Buenos Aires 87 un appartamento che utilizzava per i suoi incontri.


  1. La scena del ritrovamento

Moncalieri località Barauda, periferia degradata della città, il luogo è fatiscente, una discarica. 

Il corpo si trova lì da diverse ore in posizione supina, il referto autoptico stabilirà la morte per asfissia tra l’una e le due, nessun segno di difesa e colluttazione. Il luogo non è la scena primaria del crimine, quindi soffocata altrove e scaricata sotto la tangenziale.

Nessuna impronta.

Da subito gli investigatori comprendono che sarà un indagine complessa per le diverse piste percorribili ed i personaggi coinvolti. I cronisti,   conosciuta l’identità della donna, creano molte  pressioni sugli inquirenti e iniziano le diverse ipotesi sui fatti.



4.     I sospettati

Come avviene normalmente i sospetti si indirizzano sul marito, Giorgio Capra, 50 anni contabile in Fiat, personaggio riservato e schivo, a conoscenza della condotta della moglie, più volte ha esortato e tentato di limitare le avventure e la vita pericolosa della moglie, ma senza alcun successo. Viene arrestato ma liberato dopo 20 giorni perché il suo alibi lo colloca fuori Torino quella notte.

Vengono indagati anche tre rom slavi, Nikola Stoianovic, Radenko Nicolic e Nedad Jovanovic, quest’ultimo minorenne, che furono visti quella sera  del 14 settembre 1991, in compagnia della vittima in un locale, il bar Mokita, in Piazza San Carlo, zona centrale di Torino,  alle ore 22,30 e successivamente allontanarsi insieme a bordo di una Golf GTI. Due dei tre sospettati si renderanno irreperibili, protetti dalla comunità rom, mentre Jovanovic, lo slavo  minorenne, verrà rintracciato ed ascoltato, confermerà l’avvenuto incontro e  che il gruppo alle 23,30 si era sciolto e la Demichela era perfettamente in salute. I due rom latitanti riappariranno a Torino quattro anni dopo una volta archiviata l’inchiesta.

Nell’ appartamento di Corso Buenos Aires 87 verranno rilevate parecchie impronte dei tre slavi, essendo già presenti nel database dattiloscopico della Questura  a motivo dei precedenti piccoli reati e furti, molte altre impronte non classificabili.

Non vi furono altri rilievi o evidenze e l’omicidio venne archiviato come irrisolto.

Il marito Giorgio Capra morirà, ottantaduenne, nel 2023.

Nel 2024 venne riaperto il caso sperando nelle nuove tecnologie, ma i reperti erano troppo degradati per ottenere nuovi indizi.

Dopo 34 anni il delitto della signora in rosso è ancora irrisolto.


  1. Ipotesi criminologiche (personali)

1) Il marito può avere assoldato un sicario, e creatosi l’alibi, il movente è facilmente intuibile, oltre alla infedeltà, erediterà un patrimonio…..

 

2) La pista slava, nonostante la latitanza di due dei tre personaggi, che deporrebbe a loro sfavore, credo non sia percorribile in quanto la vittima era loro fonte di piacere e denaro (pare che la Demichela collocasse tra le sue amicizie i gioielli refurtiva di furti che i rom effettuavano).

Inoltre era un’ assidua frequentatrice delle chiromanti del campo rom, pagando per i loro consulti…

 

3) La pista esoterica e occultista, non fu battuta dagli inquirenti seppur presa in considerazione inizialmente e subito abbandonata senza motivazione. In certi ambienti la condotta scandalosa e manifesta di un appartenente al gruppo non è gradita da personaggi importanti che preferiscono non attirare l’attenzione sulle loro frequentazioni ed appartenenze segrete, e la vittima non faceva mistero della sua vita alternativa.


  1. Conclusioni

Non vi sono elementi per validare o invalidare nessuna delle ipotesi esposte e potrebbero esservi altre piste che non ho individuato…... per questo è importante e necessario avere professionisti formati e preparati nelle scienze forensi e criminologiche.


  1. Bibliografia

 

Paolacci A. e Ronco P., Rosso Profondo, Ubagu Press Editore, 2025






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